Please..do the right thing…

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L’episodio vissuto questa sera in treno mi ha invogliato a scrivere di getto questa riflessione.
Ciò che immagino sarà il futuro che potrebbe vivere questa nazione nei prossimi anni?

Da un po’ di tempo penso che il popolo italiano non si smuoverà fino a quando non gli si toglierà il pane da mangiare.

Ora, da pendolari, il nostro “pane” era questa alta velocità, nella quale confidavamo per avere, oltre a un lavoro (interessante, scelto, subito o necessario a seconda dei casi), una qualità
della vita migliore nella città dei nostri affetti.

Questa sera è capitato questo; ennesimo ritardo di più di 35 minuti (30 secondo il cartello digitale degli orari) del treno che deve partire da porta Garibaldi a Torino Porta Nuova in arrivo da Roma.
Tutti i passeggeri, abbonati e non, sono allo stato di “cottura”, stato che ha come sentimento principale la rabbia.

Si sale in carrozza, si riesce a fatica a prendere posto e quindi un gruppo di persone va a chiedere l’ennesima spiegazione e cerca di capire il motivo per cui
stiano capitando questi ritardi, nella speranza di avere una ragione logica e non la solita risposta all’italiana “Io non ne sono responsabile – eseguo solo gli ordini”.

52 minuti e 45 di ritardo sono decisamente troppi per qualcuno che da anni aspettava la MITO, cioè finalmente
un collegamento tra Torino e Milano pubblicizzato tantissimo da tutti (politici, media) di circa 45 minuti.

Si arriva dal capotreno e durante la discussione il tono sale; arrivano le persone che gestiscono il ristorante e che
fanno “servizio di benvenuto” in prima classe e non a quei “pezzenti” della seconda.
Pochi attimi.
Il passaggio bloccato e uno dei due inservienti minaccia di chiamare la Polizia Ferroviaria.

Con la calma di un estraneo non potresti mai pensare che possa succedere qualcosa (c’era tanta gente e non è facile spostarsi in un corridoio molto stretto di un ETR500, quindi questo tipo di minaccia
è una idiozia a prescindere) eppure esplode la rabbia, l’aggressività repressa causata da questo succedersi di episodi assurdi.

Da tutte e due le parti contemporaneamente.

L’aveva narrata bene Spike Lee in “Fa’ la cosa giusta”. Ecco: quello che è successo oggi è stato meno terribile rispetto a quello visto nel film, ma paragonabile come velocità di esecuzione.
Alla minaccia dell’arrivo della Polfer il passeggero scatta, l’altro inserviente urla un insulto per convincere la persona a spostarsi e a smetterla di urlare.
Il passeggero non gradisce e in un microsecondo la sua mano afferra la camicia dell’inserviente pronta per l’aggressione a meno di non chiedere scusa o fornire la propria matricola.
Grazie a Dio la calma regna ancora nell’animo di altre persone e i due improvvisi contendenti sono divisi.
Seguono discussioni, il capotreno interviene con buon senso e piano piano questa esplosione di rabbia è messa a tacere.

A questo punto se avete cominciato a giudicare (“Aveva ragione il passeggero, aveva ragione l’inserviente”) mi dispiace ma non avete capito niente.
Questo episodio è solo la punta dell’iceberg di un disagio che c’è, si percepisce, ma rimane sopito.
Un herpes che arriva quando meno te l’aspetti e verrà fuori in Italia, quando si priveranno le persone del pane da mangiare.
Peccato che in questa responsabilità comune ci sono le stesse persone, cui sarà tolto da mangiare che, vuoi per scelta personale o poca cultura hanno aspettato di essere vittime di una situazione
in cui si sentivano poco coinvolti.

Non so che fine faremo, al momento ciò che voglio continuare a fare è combattere con quelle che sono le armi del buon senso e della verità, basata sui fatti e numeri che si possono toccare con mano
e discutere; rifiuto le scuse stile stile “le richieste del mercato” o proclami da bar fatti da altri. Questo modo di portare avanti non mi interessa.
Fino a questo momento ha portato frutto, almeno per quanto riguarda la mia esperienza universitaria e speriamo che il buon senso prevalga.

Un Marco pensieroso che alle 22 di sera va a mangiare…

Please…DO THE RIGHT THING!