2012: a new beginning!

Hello to everyone and happy 2012!!

The update of WordPress engine brings a new, shining spark!

It is one of the songs of the soudntrack of Dirt 2!

I think it has lot of energy, so….enjoy!

Never takes us alive – Madina Lake

Sometimes I feel like I’m from another world,
And everything I want in life seems impossible.
Cause people they’ll tear you apart.
But in the bottom of our hearts,
The dream’s alive inside.
And we won’t forget…

So we say…

You can’t break, can’t change, can’t take us down.
(We run this town)
We’ll stand, we’ll fight, set fires all night.
(You’ll never take us alive…)
Wa oh oh oh oh oh…
Wa oh oh oh oh oh…
(You’ll never take us alive…)
Wa oh oh oh oh oh…
Wa oh oh ohhhhh…
(You’ll never take us alive…)

For the last time I’ll give myself to the enemy,
By letting their words just walk all over me.
Cause people they’ll tear you apart,
If you are not like them.
And we are different.
Let the war begin.

So we say…

You can’t break, can’t change, can’t take us down.
(We run this town)
We’ll stand, we’ll fight, set fires all night.
(You’ll never take us alive…)
Wa oh oh oh oh oh…
Wa oh oh oh oh oh…
(You’ll never take us alive…)
Wa oh oh oh oh oh…
Wa oh oh ohhhhh…
(You’ll never take us alive…)

There’s no fear inside.
This is our time, no giving up.
When we connect our hearts, to our minds,
There’s no stopping us.

So we say…

You can’t break, can’t change, can’t take us down.
(We run this town)
We’ll stand, we’ll fight, set fires all night.
(You’ll never take us alive…)
Wa oh oh oh oh oh…
Wa oh oh oh oh oh…
(You’ll never take us alive…)
Wa oh oh oh oh oh…
Wa oh oh ohhhhh…
(You’ll never take us alive…)

La formica rossa e le ferie!

Buonasera a tutti!
Dopo ulteriori 10 giorni di lavoro di fila, eccomi finalmente a cominciare la prima parte delle mie ferie.
Inauguro queste vacanze con una scintilla, un pezzo “doc” tratto dalla serie Boris, come avete già visto in un altro post, al momento la serie italiana che più ho apprezzato in questi ultimi anni…(forse l’unica?).
Lo spezzone è intitolato “La formica rossa” e rappresenta un bel momento intenso di questa serie che fa molto ridere e pensare.
La poesia è di Jorge Luis Borges che avevo già gustato, quando facevo teatro amatoriale (15 anni fa!!!!), con la poesia “Gli scacchi”.

Un’altra poesia dei doni
(da “L’altro, lo stesso” di Jorge Luis Borges)

Ringraziare voglio il divino
labirinto delle cause e degli effetti
per la diversità delle creature
che compongono questo universo singolare,
per la ragione, che non cesserà di sognare
un qualche disegno del labirinto,
per il viso di Elena e la perseveranza di Ulisse,
per l’amore, che ci fa vedere gli altri
come li vede la divinità,
per il saldo diamante e l’acqua sciolta
per l’algebra, palazzo di precisi cristalli,
per le mistiche monete di Angelus Silesius,
per Schopenhauer,
che forse decifrò l’universo,
per lo splendore del fuoco
che nessun essere umano può guardare
senza uno stupore antico

per il mogano, il sandalo e il cedro,
per il pane e il sale,
per il mistero della rosa
che prodiga colore e non lo vede,
per certe vigilie e giorni del 1955,
per i duri mandriani che nella pianura
aizzano le bestie e l’alba,
per il mattino a Montevideo,
per l’arte dell’amicizia,
per l’ultima giornata di Socrate,
per le parole che in un crepuscolo furono dette
da una croce all’altra,
per quel sogno dell’Islam che abbracciò
mille notti e una notte,
per quell’altro sogno dell’inferno,
della torre del fuoco che purifica,
e delle sfere gloriose,
per Swedenborg,
che conversava con gli angeli per le strade di Londra,
per i fiumi segreti e immemorabili
che convergono in me,
per la lingua che secoli fa parlai nella Northumbria,
per la spada e l’arpa dei sassoni,
per il mare, che è un deserto risplendente
e una cifra di cose che non sappiamo,
per la musica verbale d’Inghilterra,
per la musica verbale della Germania,
per l’oro che sfolgora nei versi,
per l’epico inverno
per il nome di un libro che non ho letto,

per Verlaine, innocente come gli uccelli,
per il prisma di cristallo e il peso d’ottone,
per le strisce della tigre,
per le alte torri di San Francisco e di Manhattan,
per il mattino nel Texas,
per quel sivigliano che stese l’Epistola Morale,
e il cui nome, come preferiva, ignoriamo,
per Seneca e Lucano, di Cordova,
che prima dello spagnolo
scrissero tutta la letteratura spagnola,
per il geometrico e bizzarro gioco degli scacchi,
per la tartaruga di Zenone e la mappa di Royce,
per l’odore medicinale degli eucalipti,
per il linguaggio, che può simulare la sapienza,
per l’oblio, che annulla o modifica i passati,
per la consuetudine,
che ci ripete e ci conferma come uno specchio,
per il mattino, che ci procura l’illusione di un principio,
per la notte, le sue tenebre e la sua astronomia,
per il coraggio e la felicità degli altri,
per la patria, sentita nei gelsomini
o in una vecchia spada,
per Whitman e Francesco d’Assisi che scrissero già
questa poesia,
per il fatto che questa poesia è inesauribile
e si confonde con la somma delle creature
e non arriverà mai all’ultimo verso
e cambia secondo gli uomini,
per Frances Haslam, che chiese perdono ai suoi figli
perché moriva così lentamente,
per i minuti che precedono il sonno,
per il sonno e la morte,
quei due tesori occulti,
per gli intimi doni che non elenco,
per questa musica, misteriosa forma del tempo.

Un saluto impegnato ma con la prospettiva di relax!

Marco

A love song could fly over mountains…

Hello to everyone.
The E3 is approaching, so I’m busy at work. This is one of the reason why my blog now is not updated so much.
I want to share with you a song that I discovered a couple of months ago.
The process was very strange. Claudia and Luca would buy this song during one of our “Singstar night” (yes, the Sony’s karaoke game…ok, I can confess my sins!!).
When I heard for the first time this song, I was hypnotized by the refrain. It’s like a raging river of music!

Especially I do like this part of lyrics:
If our love song
Could fly over mountains
Could laugh at the ocean
Just like the films
There’s no reason
To feel all the hard times
To lay down the hard lines
It’s absolutely true

Singstar cheers,
Marco

Original video

Live version

I’ve nothing much to offer
There’s nothing much to take
I’m an absolute beginner
And I’m absolutely sane
As long as we’re together
The rest can go to hell
I absolutely love you
But we’re absolute beginners
With eyes completely open
But nervous all the same

If our love song
Could fly over mountains
Could laugh at the ocean
Just like the films
There’s no reason
To feel all the hard times
To lay down the hard lines
It’s absolutely true

Nothing much could happen
Nothing we can’t shake
Oh we’re absolute beginners
With nothing much at stake
As long as you’re still smiling
There’s nothing more I need
I absolutely love you
But we’re absolute beginners
But if my love is your love
We’re certain to succeed

If our love song
Could fly over mountains
Sail over heartaches
Just like the films
There’s no reason
To feel all the hard times
To lay down the hard lines
It’s absolutely true

Sono le sfumature a dare vita ai colori

Eccomi di ritorno! Al solito i silenzi del blog sottolineano periodi di impegno lavorativo e non.
Sotto gli occhi di tutti c’è la pazzia che dilaga in Italia con la questione Berlusconi e tutta la gente impazzita che gli corre dietro e si inventa le peggio cose per attaccarsi a un potere che, prima o poi, finirà.

C’è bisogno allora di una canzone che ci riporti sulla terra.

Ecco a voi con un video sufficientemente pazzo “I giorni migliori” dei Tiromancino.

E il testo in tutto il suo splendore:

I giorni migliori (Testo e Musica: Federico Zampaglione)

Certe cose che senti nell’aria
non le devi nascondere
le conosci a memoria
ma non puoi condividerle,
se stai cercando il tuo viaggio
in un posto lontano, più libero…

Oltre i muri che vedi andando avanti
fra i discorsi invidiosi e arroganti,
le cose che senti nel cuore
non rinnegarle mai
sono fragili ma possiamo difenderle
se voleranno in alto i nostri pensieri
più limpidi.

Aiutami a ritrovare l’interesse
per le piccole cose
che sono alla base di tutte le promesse
del futuro che cresce,
perché sono le sfumature
a dare vita ai colori
e a farci tornare in mente
le cose più pure
dei giorni migliori.


Non ci sono percorsi più brevi da cercare
c’è la strada in cui credi
e il coraggio di andare
.

Quello strano pasticciaccio…

In questi tempi questo filmato che è uscito più o meno a settembre sta diventando sempre più reale.
Con un montaggio accattivante il trailer ripercorre lo stile delle sequenze del trailer originale: decisamente ben fatto!

Sono amareggiato per la situazione che stiamo vivendo nel nostro paese. Sembra ormai che tutte le parti politiche facciano a gara per confondere le acque alle persone che cercano semplicemente di capire e poter decidere del destino del loro paese con un minimo di coscienza.

Che succede invece? Renzi va da Berlusconi, i finiani non danno un affondo decisivo, politici dell’IDV che si vendono al PDL e più passano i giorni, più cose peggiori emergono.
Nel paese l’unica “azione” che si sta verificando è da parte dell’università, naturalmente tacciata di essere di parte e altre menate del genere.

Che paese è quello in cui il ministro dell’Istruzione deve andare a fare la manfrina con un video su youtube NON dicendo assolutamente niente?!?!?!
Che dignità ha questa persona? Come pensa di poter dire quelle cose e senza alcun filo logico?
Fosse stata una qualsiasi interrogazione liceale, dopo qualche minuto il professore l’avrebbe interrotta chiedendo: “Risponda concretamente alla domanda, per cortesia!”

Non so ormai decisamente che cosa dire.

In questo video la Gelmini della Guzzanti è più vera del vero…

“Schiena dritta, faccia da stronza…dai!”

Un saluto amareggiato,
Marco

Ho visto Draquila…

…e non pensavo potesse colpirmi così tanto. Partendo dall’analisi del terromoto, la Guzzanti delinea un panorama globale dell’attuale e povera situazione italiana.
Fa riflettere l’ultima parte del film che lascia una ulteriore, amara riflessione:
Le frasi e le testimonianze di chi le dittature vere le aveva vissute davvero erano tutte più o meno: “non credevamo che potesse durare”, “non immaginavamo potessero arrivare a tanto”. È questa la dittatura della merda, vuota e fasulla, niente torture, niente olio di ricino. E ciò che la fa andare avanti è l’illusione da parte degli italiani oppositori che ciò che è vuoto e fasullo non possa durare. E invece dura. Eccome
(Ferdinando Taviani)

Saluti senza parole,
Marco

Mi sono iscritto al movimento delle “agende rosse”!

A parte i miei incasinamenti con il precedente contratto Fastweb, che non mi vuole abbandonare….ho finalmente scoperto il sito del movimento delle agende rosse, coordinato da Salvatore Borsellino, fratello di Paolo.

Mi sembra significativo aderirvi in un momento e situazione storica delicati per questo paese.
L’obiettivo è quello di costruire quella “massa critica” che possa risvegliare le coscienze del nostro paese dall’indifferenza e dal “guardare” solo il proprio ombelico.

Qualche anno fa ho avuto l’onore di incontrare e sentire parlare Rita Borsellino e quell’esperienza è stata alla base anche di questa scelta di adesione.

Non mi dispiacerebbe il 19 luglio volare a Palermo per partecipare a una delle prossime iniziative….vedremo con il lavoro come sarò sistemato.

Vi lascio il link e….iscrivetevi e passate parola al più presto!

Saluti nella legalità,
Marco

L’intelligenza sta nel chiedersi sempre serenamente se c’è la propria vita in allarme rosso…

Prima di entrare in una “due giorni di passione” al lavoro, mi regalo la riscoperta di una canzone di Max Gazzé.
E’ una vera e propria scintilla piena di spunti presentati “à la Gazzé”.

Ribadisce in fondo una buona verità riguardo la maturità umana: essere capace a ridere dei propri limiti per poterli e potersi migliorare.

E’ certo che questo sia un cammino lungo e difficile, ma un’esperienza sufficientemente liberante!

Sotto quindi con il testo e….buon ascolto!!
Dopo….a comprare subito il CD o l’album su ITunes!!!

Autoironia – Max Gazzé

L’intelligenza sta
nel comprendere appena in tempo
il ruolo preciso di un esistenza
le cose da gettare via
quelle importanti da valutare
per mettere a frutto le qualità
L’intelligenza sta
nel chiedersi sempre serenamente
se c’è la propria vita in allarme rosso
e non fare finta di ridere
con autoironia non mentire mai

L’intelligenza sta
nell’esser prudenti
quando cala una nebbia
sul rischio di cadere
troppo facile avere
la lucidità di quelli che
non sanno camminare

L’intelligenza sta
nel capire che la crisi interiore
è solo la fine del primo tempo
cinque secondi alla regia
pausa pranzo un minuto appena
chiuso per ferie o per inventario

L’intelligenza sta
nel cercare con estrema cura
possibili compagni d’avventura
e poter parlare di lei con autoironia
non mentire mai

L’intelligenza sta
nell’essere prudenti
quando cala una nebbia
sul rischio di cadere
troppo facile avere
la lucidità di quelli che
non sanno camminare

L’intelligenza sta
nel considerare il progresso
come un aiutino da “domenica in”
noi ce la caviamo con poco
la macchina del tempo
una buccia di banana

L’intelligenza sta
dove l’ipotesi ammette
l’urgenza di lei
dove c’è il bisogno reale
di mettersi a fare
un po’ di autoironia

Un contributo equilibrato al delirio di questi giorni

In questi giorni in cui il tema pedofilia dilaga, ecco un contributo che ho ricevuto in posta elettronica questa domenica.
Trovo decisamente discutibile il modo in cui la Chiesa sta portando avanti la tematica, ma forse sbagliare in questo modo potrà essere decisivo per ridiscutere certi temi e poter virare decisamente verso la Verità.
Ho di nuovo in mente l’immagine di un mago pasticcione vestito da Silvan che, nel momento in cui si accorge di aver dimenticato qualcosa per completare il suo trucco di magia, comincia a tirare fuori in modo forsennato gli oggetti i più disparati.
Così sembra la Chiesa che sta tirando fuori tutta una serie di frasi e di difese “immature” che affossano il bene generato per secoli e secoli…per che cosa? Per difendere il proprio potere? Per che cosa?
Ecco questo sto cercando proprio di capirlo.

Mi rendo conto che questi fatti così evidenti possano sconvolgere molto le persone, ma questo non giustifica il fatto che sia necessario arrampicarsi sui vetri per difendere la propria condotta.

Tutti commettiamo errori in quanto uomini. Punto. Niente altro da dire e da discutere…
Già gli uomini non ammettono i propri errori, almeno lo facesse la Chiesa…
Le gerarchie romane probabilmente non la pensano troppo così, dopo certe uscite che rischiano di giustificare un po’ troppo questa situazione.

Vi lascio al contributo.

Saluti di riflessione,
Marco

****
Sono un cattolico, impegnato nella Chiesa cattolica fin dai tempi della giovinezza (i tempi di Carlo Carretto e della GIAC-Gioventù italiana di Azione cattolica), e sono profondamente amareggiato dal modo con cui la mia Chiesa gestisce il tremendo e dilagante scandalo della pedofilia.
Si scopre oggi che nell’arco dell’ultimo mezzo secolo si è verificata una grande quantità di casi di pedofilia praticata da membri del clero (o da appartenenti ad istituzioni religiose cattoliche) a danno di bambini e di adolescenti.
Il fenomeno è apparso ben presto di proporzioni enormi, rivelando una diffusione inimmaginabile: è esploso dapprima negli USA, poi ha coinvolto il Canada; in seguito ha investito l’Europa (Irlanda, poi Germania, poi Italia); e, a questo punto, non è improbabile che la frana si allarghi ad altri Paesi europei ed extraeuropei (già arrivano notizie allarmanti dalla Norvegia, dal Messico, dal Sudafrica).
Non mi interessano le conseguenze economiche che la Chiesa cattolica giustamente subisce e che – pur comportando un imponente dissanguamento patrimoniale che distoglie consistenti risorse economiche dalle finalità istituzionali della Chiesa – riguardano la ovvia necessità di risarcire i gravissimi danni prodotti alle vittime.
Mi interessano, invece, la obiettiva gravità dei fatti e la linea difensiva adottata dalla mia Chiesa:
una linea volta anzitutto a minimizzare, affermando che tal genere di fatti è ampiamente diffuso nella società di oggi. Come se dal cristiano (ed in particolare dal prete) non ci si dovesse attendere una particolare limpidezza di comportamenti ed un senso di responsabilità superiore alla media della popolazione.
Mi addolora, in particolare, la disinvoltura con cui oggi si parla – nelle alte sfere della gerarchia cattolica – di “tolleranza zero” quando fino a ieri si è adottata, nei confronti di quell’orrendo fenomeno delinquenziale, un’ampia e sistematica tolleranza, consistente nel limitarsi a trasferire (talvolta imponendo, tutt’al più, un mero trattamento psicologico) il prete colpevole in un’altra parrocchia o in un altro istituto religioso: favorendo in tal modo – con incredibile insipienza – una “metàstasi” che diffondeva largamente il “cancro”.
Sta emergendo, inoltre, un particolare impressionante: la mia Chiesa ha sempre evitato di informare di quei delitti le Autorità giudiziarie dei Paesi in cui i fatti venivano commessi; ed anzi, esisteva persino una severa normativa canonica (emessa anni fa nientemeno che dall’ex “Sant’Uffizio”, oggi denominato “Congregazione per la dottrina della fede”) che imponeva il più assoluto silenzio sui delitti in questione e che comminava addirittura la scomunica per chi avesse lasciato trapelare il terribile segreto all’esterno della struttura ecclesiastica.
Quindi anche la denuncia all’Autorità giudiziaria competente era rigorosamente vietata.
Tutto ciò è gravissimo. In qualunque tipo di società civile causerebbe, secondo i comuni criteri di correttezza, dimissioni a valanga. Eppure ad altissimi livelli ecclesiastici si parla sprezzantemente di “chiacchiericcio”. E’ ben vero che la stampa ci sguazza; ma ci sguazza non solo per gusto scandalistico, bensì perché si tratta di cose che interessano fortemente genitori ed educatori (specialmente quelli che confidavano nella sicura correttezza educativa delle istituzioni cattoliche); e, inoltre, perché la linea seguita dalla mia Chiesa in questa vicenda è – a mio modesto avviso – una linea inaccettabile, debolissima e, oltre tutto, controproducente perché suscita la netta impressione che si voglia sopire, impedire critiche, imporre il silenzio.
Io ho fatto il giudice per tutta la vita (ora sono in pensione) e tale atteggiamento della mia Chiesa mi ferisce profondamente perché è in aperto contrasto con le esigenze della giustizia, che sono esigenze di verità.
Inoltre, come cristiano, rilevo che nella tristissima vicenda io non ho mai – dico MAI – sentito citare dalla mia Chiesa una frase fortissima che Cristo ha detto proprio in relazione a casi di questo genere. La frase è nel Vangelodi Matteo, cap.18, versetti 6 e 7: “Chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina da mulino e fosse gettato negli abissi del mare”.
E’ un’immagine durissima, che è – senza dubbio – simbolica (Cristo non intendeva, certo, approvare la pena di morte); ma essa esprime con plastica efficacia, e con infinito amore per i più piccoli e i più indifesi, la enorme gravità di simili delitti; una gravità che la normativa emanata a suo tempo dalla “Congregazione per la dottrina della fede” e l’attuale comportamento della mia Chiesa non sembrano, purtroppo, cogliere pienamente. Occorrerà che la Chiesa cattolica, a tutti i livelli, faccia un profondo esame di coscienza ed abbia il coraggio e l’umiltà di accettare con prontezza e fino in fondo il messaggio di Cristo.

Torino, 11 aprile 2010
Rodolfo Venditti

In mezzo a questa pauta…un’altra scintilla!


Nello schifo che sta capitando in questo paese Milena Gabanelli ci mostra un punto di vista oggettivo.
Per chi legge: non mi importano le vostre idee politiche, mi importa che riflettiate sulle tematiche proposte dalla giornalista di Report.
Non è da “comunisti” invitare a riappropriarsi della propria libertà, ri-acquisendo il proprio senso critico che permetta di decidere quale siano il male, il bene oggettivo e i propri doveri nei confronti della società.
E’ semplicemente da persone di buon senso.

“Siamo sull’orlo della sconfitta civile”: come non si può non fare la rivoluzione dopo i fatti di queste settimane?
Come si può accettare che un presidente del Consiglio faccia il diavolo a quattro in SEI canali televisivi…come si fa a non pensare di essere tornati al fascismo?

Per me la rivoluzione parte proprio da domani, dal fatto di andare a votare.

E’ normale e non eroico rifiutarsi di calpestare ciò in cui si crede“.
Milena…grazie!!!!

Saluti impegnati,
Marco